Aumenta il consumo di alcolici tra gli adolescenti
- Giuseppina Lambiase
- 8 gen 2019
- Tempo di lettura: 2 min

È sempre più diffusa tra gli adolescenti la moda di bere alcolici anche in grande quantità,
“Oggi già a undici anni i ragazzini accompagnano la pizza con la birra anziché con la coca cola. Poi si passa ai cocktail e quella che viene vissuta come una moda o l’emulazione di coetanei più grandi, finisce per diventare, nel peggiore dei casi, una dipendenza”, ha spiegato in una recente intervista il presidente del gruppo Logos, Aniello Baselice, che si occupa di alcol e altre dipendenze. “Trattiamo diversi casi di persone molto giovani, di 23-24 anni, che hanno alle spalle una storia di alcolismo nata intorno ai 17-18! La situazione è drammatica - continua Baselice - anche perché i controlli sono pochi e, nonostante i divieti imposti dalla legge, sono molti gli esercenti che continuano a somministrare e a vendere alcol ai minorenni”. Questi ultimi infatti, ignari o poco informati sugli effetti e sui pericoli a cui l’alcol espone, spinti dallo sperimentare i propri limiti, dall’appartenenza al gruppo e dalla trasgressione delle regole, fanno talvolta vere e proprie abbuffate di alcolici. Famosi sono oggi gli “shottini” (cocktail ad alto contenuto alcolico serviti in un bicchierino, da bersi tutto d'un fiato), che vengono serviti in genere nei bar e nei pub anche ai minori di 16 anni, vero e proprio reato punibile dal codice penale.

Anche le feste in casa sono spesso all’insegna dell’alcool, di cui i ragazzi provvedono a fare provviste nei supermercati. Molti esagerano abitualmente e più di uno finisce col sentirsi male. I dati dell’organizzazione mondiale della sanità parlano chiaro: in Italia sono otto milioni e mezzo i giovani che fanno uso, non quotidiano, ma intensivo, di alcolici e superalcolici. E il 15% degli under sedici è oggetto di emergenza sanitaria per sbronze che spesso sfociano nel coma etilico. Ma cosa spinge gli adolescenti ad eccedere nel bere? In poche parole a sballare? Forse, è un nuovo modo per cercare di socializzare, perché l’alcool attenua l’ansia del giudizio degli altri e abbassa le difese inibitorie.
Su un campione di quattro ragazzi minori di 18 anni, che abbiamo intervistato, solo uno ha dichiarato di assumere sostanze alcoliche, nel fine settimana: “Il sabato sera, verso le 22, esco con i miei amici e insieme andiamo a prendere da bere - racconta - subito dopo aver bevuto la prima pinta di birra, andiamo in giro nei pub della zona concludendo la serata solo quando siamo completamente sbronzi". La situazione di questo ragazzo è la stessa di molti suoi coetanei, infatti lo stato in cui sono trovati parecchi giovanissimi evidenzia perdita del tono muscolare, indifferenza all’ambiente circostante, assenza di reazione agli stimoli. Di fronte a tutto questo, però, molti altri ragazzi riescono a tenersi alla larga percependo il rischio. La creazione di questi fattori di difesa coinvolge soprattutto l’educazione ricevuta e lo stile di vita familiare. Occorre una linea ferma e coerente da parte dei genitori rispetto a qualunque comportamento da parte dei figli che implichi eccessi.
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