Maschere, satira e gemellaggi: la "rivincita" del Carnevale
- Adriana Carfagno, Aurora Aliberti
- 28 feb 2019
- Tempo di lettura: 2 min

Satira, ironia, la rivincita del popolo e il ribaltamento del potere costituito: il Carnevale - ogni scherzo vale - non è solo la sfilata dei carri e la pioggia di coriandoli ma anche un modo per sbeffeggiare politici e ricchi, nel giorno in cui tutto è consentito, ma con sobrietà e con il sorriso sulle labbra. Accade oggi e accadeva tanti anni fa. Infatti già nel periodo Greco-Romano, le feste venivano utilizzate per capovolgere i rapporti gerarchici tra plebei e nobili tramite l’uso di maschere. A distanza di secoli, il significato del Carnevale non è cambiato: nel solco della tradizione, è sempre una festa che ci consente di immedesimarci attraverso il trucco e la maschera in qualcuno che vorremmo essere. Un altro aspetto del Carnevale è la sua satira politica che viene rappresentata su carri allegorici, per criticare l'operatore dei politici che ci rappresentano in Parlamento. La provincia di Salerno e Maiori non fanno eccezione: il Carnevale della Costiera Amalfitana è ormai un must dell'allegoria su ruota, è il trionfo della fantasia e della creatività, un evento storico e patrimonio della comunità. Il Carnevale di Maiori, giunto alla sua quarantesima edizione, durerà fino al 10 marzo e ha scelto come tema "Civiltà e periodi storici". Quest'anno il Gran Carnevale di Maiori ha stretto un patto d'amicizia, un gemellaggio anche con un altro importante Carnevale del Sud Italia, quello di Putignano, in Puglia. Il gemellaggio consente uno scambio di tradizioni e culture, dà maggiore impulso al turismo. Il gemellaggio prevede due momenti clou: il 17 febbraio Maiori ha partecipato al carnevale di Putignano, con 80 persone in maschera e il 10 marzo Putignano ricambierà la visita partecipando in delegazione al Carnevale di Maiori. Questo è solo uno dei gemellaggi più famosi. In Campania ce ne sono diversi: quello Nocerino-Sarnese, di Baronissi, Pellezzano e Fisciano.
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