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La squadra, l'allenamento, la partita


La 1E era già una classe: coesa, compatta, con tanta voglia di ascoltare. Il mio compito, onere e onore, è stato farla diventare anche gruppo, "squadra". Abbiamo usato questa parola, insieme ad "allenamento" e "partita", di comune accordo, quando abbiamo squadrato il foglio. Un mattone dopo l'altro, abbiamo messo su una costruzione fatta non solo di articoli ma anche di relazioni sociali, incontro, confronto, rassegna stampa. L'aspirante giornalista e anche quelli che lo fanno di mestiere devono essere accomunati da una caratteristica: la curiosità. La 1E, diventata in fretta gruppo e squadra, ha imparato in fretta a guardarsi intorno: occhi spalancati, interesse per tutto - a partire da ciò che accade a scuola - domande frequenti di poter raddoppiare gli allenamenti. "E' possibile frequentare anche di pomeriggio?", mi è stato più volte chiesto. Ascoltare le loro domande, convocare riunioni di redazione e metterli alla prova è stato fin troppo facile: è venuto fuori un giornale fatto di interviste, incursioni in biblioteca. notizie di servizio, racconti, sport, cultura, eventi, archeocucina, cinema, linguaggio giovanile. Ciascuno con i propri compiti e ciascuno in grado anche di aiutare la squadra nei momenti di maggiore produzione, gli alunni si sono sforzati non solo di assecondare le 5W giornalistiche e di privilegiare i valori notizia, al momento di distinguere tra le notizie, procedendo per priorità. Hanno imparato anche a verificare le notizie, a ricercare dettagli attraverso un percorso tutto giornalistico - fatto di ascolto, approfondimento, domande, consultazione delle fonti - che non tenga conto del pigro "l'ho trovato su internet" oppure "lo ha detto google", che non può e non deve essere Bibbia per un giornalista. Articolisti, impaginatori, cercatori entusiasti di notizie, dettagli, didascalie. Fianco a fianco con la 1E, abbiamo raccontato la città, la scuola, il De Sanctis, attraverso gli occhi degli studenti, con lo slancio giovanile. Non c'è squadra senza bomber e non c'è squadra senza mediani, i "portatori" d'acqua disponibili a sacrificarsi per l'obiettivo finale della partita, cioè di un giornale che raccontasse gli sforzi, il lavoro. Grazie, dunque, a tutti e un doppio ringraziamento a Tommaso Viggiano, Chiara Izzi, Martina De Maio che hanno raccolto gli articoli di tutti e insieme ai compagni hanno assegnato tag, categorie e catalogazione alle notizie. Grazie alle professoresse Pollio e Di Nuzzo che mi hanno affiancato e supportato in questo avvincente percorso. Ad maiora, 1E!


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