IL SENSO DEL RACCONTO
- Anna Bisogno
- 26 mag 2019
- Tempo di lettura: 1 min

Insegnare giornalismo ad adolescenti in costante transizione emotiva è una sfida interessante, complessa, necessaria. Il mondo cambia a velocità impressionante e in modo imprevedibile anche grazie a tecnologie che spesso sfuggono di mano ai loro creatori. Orientarsi in questa realtà senza farsi ingannare e vivere con consapevolezza, autonomia e con uno scopo non è cosa facile. E poi gli schemi sono saltati, anche le parole del giornalismo non sono più le stesse, i giornalisti neppure e gli strumenti del comunicare tanto meno. Lo scrivere zoppica, la lettura balbetta. E' tutto (o quasi) da rifare. Questo esperimento di "Fuori Classe" è il tentativo di creare anzitutto una comfort zone dove recuperare l'etimologia originaria della comunicazione che implica la condivisione. Siamo partiti da qui, dal sintonizzare la fiducia, poi scambiato i "perché?" e definito i i "come" (la scrittura), dando priorità ai loro punti di vista, al loro modo di vedere le cose. E il racconto ha assunto un senso. Il loro.
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