Daniele Silvestri diventa la voce degli adolescenti
- Veronica Ferri
- 18 feb 2019
- Tempo di lettura: 4 min
“Argentovivo” è il brano presentato al Festival di Sanremo 2019 da Daniele Silvestri, nonché terzo estratto dall'album DS9. Egli si è classificato sesto al Festival di Sanremo 2019 ed ha vinto il Premio della Critica Mia Martini, il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo e il Premio Sala stampa Lucio Dalla. Il singolo vanta la collaborazione di Manuel Agnelli e Rancore.

Il testo della canzone è tra i più interessanti del Festival, in quanto parla della vita di un adolescente di 16 anni che considera la sua vita una condanna e che si sente solo e non libero, come se fosse costretto a vivere in un carcere. In varie interviste, l'artista ha affermato che nel brano ha voluto dimostrare la sua difficoltà nel rapportarsi con una generazione che vive in un mondo molto diverso da quello in cui ha vissuto lui, in un'epoca in cui il distacco generazionale è nettamente evidente. Daniele Silvestri ha voluto dare voce ai sentimenti più bui di un sedicenne al giorno d'oggi, come la rassegnazione o l'autodistruzione, perchè, in parte, li ha conosciuti anche lui. "Nella canzone non parlo dei miei figli, ma da padre di due adolescenti ho vissuto momenti anche forti.È comunque una crisi genitoriale, in cui sei anche portato a pensare al peggio, perché preoccupato del futuro di chi hai messo al mondo." ha dichiarato il cantante, facendo notare la sua difficoltà nell'affrontare una realtà così complicata.
C’è l’immagine del bambino lasciato davanti allo schermo, perché fa capire a cosa opporsi, quali regole stabilire. E lo stesso vale per i telefoni che hanno in mano gli adolescenti, ma anche gli adulti. A differenza degli adulti, però gli adolescenti di oggi vivono in un mondo in cui il cellulare rappresenta qualcosa di essenziale un po' per tutti.Tutto questo può sembrare banale, ma la canzone cerca di far riflettere, entrando nella mentalità dei giovani e interfacciandosi principalmente con il loro lato più scuro.

"Argentovivo" vanta la collaborazione con Rancore, scelto dall'artista per il suo modo astratto di descrivere le cose, come quando parla del suo zaino o della palla al piede di un carcerato. Ci sono tante immagini che saltano agli occhi,ma sicuramente è un modo di scrivere che richiede più ascolti perché tutto arrivi.
La rabbia non sfogata dell'adolescente, che Silvestri ha voluto mettere in musica, è causata dalla continua frustrazione per il suo coinvolgimento in un sistema scolastico che, purtroppo, non sembra stare al passo coi tempi e, anzi "corregge e prepara a una vita che non esiste più da almeno vent’anni" . Quindi, la prigione diventa la metafora di una scuola che non sempre tiene conto dei nuovi e numerosi stimoli dei ragazzi, rischiando di abbandonarli ai loro pensieri più torbidi. Il titolo "Argentovivo" significa non riuscire a star fermi, essere molto irrequieti o vivaci. L'argento vivo non è altro che mercurio, un metallo liquido, che se lo si prova ad afferrare,esso sfugge.
Il ragazzo, oppresso dal sistema scolastico e privato della propria libertà di espressione, arriva a valutare due soluzioni estreme:il suicidio (farla finita) o un eccidio ai danni di familiari o conoscenti (vendicarmi).
Nonostante la canzone abbia un tono iperbolico, queste parole restano tristemente vere, in quanto sono spesso presenti nella cronaca quotidiana.
L’autore ci mostra come anche in casa, luogo che dovrebbe trasmettere benessere e sicurezza, si prova disagio e repressione; inoltre si prova disagio anche nello stare con i parenti, infatti si tende a evitare qualsiasi dialogo coi propri genitori,figure importanti con le quali il ragazzo potrebbe consultarsi, per non restare solo nei propri pensieri. Il testo ci fa notare anche come i bambini , che nascono vivaci, vengono fatti stare fermi e vengono calmati, da varie console e smartphone, diventando asociali, fino a che non credano che l'unico mondo che esista sia Internet.

Rancore, invece, affianca due realtà: quella delle proprie idee e quella più fisica del telefono cellulare. A differenza di quest'ultimo, che sta sempre più controllando le nostre vite ed, in particolare, quelle dei giovani, non possiamo decidere di cancellare, spostare o archiviare certi pensieri. Parte della colpa della nascita di questi pensieri è proprio del cellulare: fin da piccoli siamo ormai portati a comunicare con gli altri mediante messaggi e social network, perdendo così la facoltà di cercare un contatto verbale. Capiamo, inoltre, quanto la società odierna sia basata sull'apparenza, sulla vista: se di per sé la memoria umana dipende per un buon 70% dalla percezione visiva, al giorno d'oggi la vista è senza ombra di dubbio il senso che i mass media più stimolano.
Il brano ci fa riflettere su quanto da bambini si abbia voglia di costruire e si sia senza pensieri e ci mostra come, con il passare degli anni, i ragazzi perdano l'argento vivo che possiedono e tendano ad omologarsi alla massa, perché è forse più facile comportarsi come ti viene indicato che ipotizzare di poter cambiare il mondo. La preoccupante mancanza di dialogo tra genitori e figli porta ad una sensibile rottura fra i due, tanto che la voce narrante rivede in sé stesso la figura autorevole piuttosto che nel padre, e allo stesso modo la campanella è l'unica cosa che lo rasserena, ruolo che normalmente dovrebbe spettare alla voce materna. Per tradizione popolare, l'argento è considerato una delle armi efficaci contro i vampiri: la vitalità del ragazzo protagonista della canzone era l'unica difesa contro un mondo che prosciuga le tue forze e ti getta nell'apatia.
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