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«Mi hai spento il sorriso. Mi hai fatto soffrire: Adesso soffrirai tu»

  • Immagine del redattore: chiara giordano
    chiara giordano
  • 28 nov 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

“Di’ a tutti che i bimbi sono morti per colpa del gas”. Questo è il messaggio che lascia Marisa Charrere su alcuni fogli dopo aver ucciso i due figli Nissen e Vivien di sette e nove anni. In un primo momento li ha sedati, addormentandoli, poi li ha uccisi iniettando loro un veleno letale a base di potassio. Cosi l’infermiera Charrere ha ucciso i suoi figli, togliendosi in seguito la vita nello stesso modo. Lo shock per il marito Osvaldo Empereur è stato così forte, tanto da essere ricoverato nel reparto di psichiatria. Urlava “Marisa ha ucciso i bambini”. Dietro, però, a quella che può sembrare la figura di una donna instabile o cattiva, capace di organizzare l’omicidio dei propri figli con inquietante lucidità, si nasconde un passato di sofferenza: Marisa, che apparteneva a una famiglia molto conosciuta nella zona, in giovane età aveva perso il padre, morto in un incidente stradale, e in un altro incidente aveva perso nell'inverno del 2000 il fratello Paolo, morto travolto da uno spazzaneve mentre sgomberava la neve sulla strada. Ma il presente di Marisa ora sembrava scorrere serenamente; nulla di quelle “vite normali” avrebbe potuto far presagire la tragedia in questione.

Il vicesindaco di Aymavilles, Fedele Belley, parlando della famiglia Empereur spiega «Stiamo parlando di una famiglia normale, che partecipava alla vita sociale del paese attraverso il volontariato» «Lei aveva un carattere un po' chiuso - aggiunge - ma nessuno poteva immaginare una cosa simile. Siamo sgomenti, senza parole. Non so come la comunità potrà riprendersi da questa tragedia», commenta ancora Belley. In quanto al gesto della donna il presidente della Società italiana di Psichiatria Enrico Zanalda, commenta così < Episodi simili sono in genere causati da uno stato di depressione che può essere più o meno latente e più o meno di recente insorgenza. In questo caso, quindi, si potrebbe esser trattato di una condizione depressiva particolarmente subdola o improvvisa, visto che nessuno intorno sembra essersi accorto della sofferenza che la donna stava provando”. Ciò che distingue questo caso da tutti gli altri episodi di infanticidio-suicidio è la premeditazione e programmazione che va in contrasto da quei casi in cui si agisce di impulso utilizzando uno strumento occasionale.

“Un’infermiera scrupolosa nel lavoro, preparata e diligente” dicono dei colleghi in Cardiologia: «Adorava i figli, era attenta ai loro bisogni e presente.» Perché, allora ucciderli con tanta premeditazione?

«Mi hai spento il sorriso. Mi hai fatto soffrire: Adesso soffrirai tu». Queste le ultime parole di Marisa su carta, indirizzate al marito. Sono ancora tanti i dubbi su questa storia, che lascia spazio solo allo stupore e allo schock di quello accaduto ad un famiglia che sembrava come le altre.


 
 
 

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