Bullismo 2.0
- Giulia Maria Chirico, Giulianna Sicilia
- 26 mag 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Può essere il compagno di scuola, il simpatico ragazzo conosciuto in palestra o quello del terzo piano, ma il più delle volte resta nell’anonimato. Ed è per questo motivo che il cyberbullismo è un fenomeno in crescita.
Per il bullo virtuale è più facile e veloce offendere, maltrattare e umiliare le sue vittime senza la necessità di affrontarle “faccia a faccia” e quindi fare i conti con le loro reazioni. Può attaccarle comodamente e protetto dalle mura di casa.

Fino a qualche anno fa la cronaca riportava di minori vittime di bullismo perché presi di mira da altri compagni, emarginati, derisi o esclusi dal gruppo in quanto fragili o diversi. Col tempo il fenomeno ha assunto ben più gravi connotazioni, sfociando nell’aggressione fisica, nella violenza, anche di tipo sessuale, nello stalking e in varie altre forme di persecuzione personale, tutte dirette a ledere irrimediabilmente la dignità dell’individuo. Mentre in Italia viene finalmente approvata la legge sul cyberbullismo, che consente ai minorenni al di sopra dei 14 anni di chiedere direttamente ai gestori di siti e social network di oscurare, rimuovere o bloccare entro 48 ore un dato contenuto, senza dover ricorrere agli adulti, impazza sui social la discussione su Tredici, la serie tv di casa Netflix. Uno spunto interessante e senza retorica sull’adolescenza e sul complesso fenomeno del bullismo. Tra bullismo e suicidio non vi è una causalità diretta: c’è qualcos’altro, ci sono difficoltà psicologiche, c’è un dolore che diventa intollerabile, c’è il senso di impotenza, ci sono la perdita della fiducia e della speranza che trasformano la resa finale in un’opzione di scelta.
Personalmente crediamo che il Cyberbullismo sia letteralmente una piaga della nostra società. A scuola si organizzano sempre più spesso attività atte alla sensibilizzazione sul tema, ma non è abbastanza: forse ci sarebbe bisogno di ascoltare in prima persona, da chi è una vittima del cyberbullismo, cosa significhi realmente subire questi soprusi.
Non bisogna poi dimenticare, tra l’altro, che i cyberbulli difficilmente si limitano a un singolo insulto: le prevaricazioni diventano costanti e frequenti, arrivando a stremare anche il ragazzo più forte. Non bisogna quindi prendere sotto gamba il cyberbullismo, né considerarlo meno importante di altre problematiche adolescenziali: le vittime e le loro storie, dovrebbero farci riflettere molto di più.
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