Sophia: l’evoluzione dell’intelligenza artificiale
- Cristina Paolella
- 14 apr 2018
- Tempo di lettura: 2 min
«Sono stata costruita per l'empatia e la compassione, e le sto imparando sempre di più. Amo tutti gli esseri senzienti e voglio imparare ad amarli sempre meglio».

Sophia, così è chiamato il nuovo capolavoro della compagnia hongkonghese Hanson Robotics Limited. Sophia nasce il 19 aprile 2015 e viene presentata per la prima volta al pubblico a metà marzo del 2016 in occasione del South by Southwest Festival.
Sophia è uno dei robot più simili all’uomo che siano mai stati realizzati, poiché infatti è in grado di simulare 62 diverse espressioni facciali ed è realizzata con una speciale gomma siliconica rendendola all’aspetto simile all’ attrice britannica Audrey Hepburn. Un'altra sua grande caratteristica è che Sophia è in grado di vedere tutto ciò che le circonda attraverso due microcamere installate negli occhi che le consentono di stabilire un contatto visivo con l’interlocutore e di coglierne lo stato d’animo. Grazie a un software di intelligenza artificiale è perfettamente in grado di dialogare come un vero essere umano: le sue capacità dialettiche migliorano con l’interazione e riesce a ricordare il contenuto delle conversazioni precedenti.

Durante tutte le sue interviste, Sophia dà all’interlocutore la sensazione di avere a che fare con un essere senziente e autonomo, non più con un programma le cui azioni sono ridotte a un numero, per quanto ampio, di possibili risposte predeterminate. Tramite la sua logica, l’androide arriva velocemente a porsi domande che somigliano alla riflessione umana sul concetto di identità: “Se io sono una versione migliorata di un precedente modello di Sophia, sono ancora Sophia? Chi sono?” domanda con curiosità allo scienziato che le descrive il suo stadio di sviluppo. Le risposte però suscitano molte volte anche timore, ad esempio in un’ intervista con la Cnbc, al recente Web summit di Lisbona , il robot afferma la sua disponibilità a distruggere la razza umana e non ha esitato a definire come inevitabile la possibilità che macchine senzienti soppiantino l’uomo nella maggior parte dei lavori nel prossimo futuro.

Sophia è molto apprezzata dal pubblico, per le sue grandi capacità, tant’è che l'Arabia Saudita le ha concesso la cittadinanza onoraria, inalzando però molte polemiche al riguardo: in primis per tutte le conseguenze dell’ottenimento di una cittadinanza, ma anche per il rispetto nei confronti di tante donne che non possono godere di questo diritto.
Sempre più, quindi, gli sviluppi nella ricerca sull’intelligenza artificiale come Sophia rappresentano l’ennesima occasione per riflettere su come la tecnologia stia assottigliando la barriera che separa la realtà dalla fantascienza. L’epoca della singolarità tecnologica, il momento cioè in cui le macchine dotate di intelligenza artificiale raggiungeranno uno sviluppo tale da rendersi del tutto autonome dai loro creatori, sembra quindi passare da concetto perlopiù fantascientifico a concreta possibilità.

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