I giovani e la politica
- Giulia Maria Chirico
- 24 mar 2018
- Tempo di lettura: 1 min
Le promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi di potere, queste sono le ragioni per le quali regna lo scetticismo tra le nuove generazioni che sono diventate l’oggetto escluso da una politica e una cultura nate e cresciute in un mondo parallelo all’universo giovanile.

I giovani mantengono un contatto molto distaccato con la politica, non l’ignorano, non la coltivano, ma la tengono presente.
Che significa questo?
Significa che la politica stessa si è distaccata dai bisogni e dalle passioni delle giovani generazioni. E i giovani se ne distaccano, l’osservano ma non la frequentano.
Un fattore importante riguarda le esperienze politiche che i giovani hanno durante i cosiddetti “anni formativi”: alcuni eventi hanno un forte impatto sull’approccio dei giovani alla politica, che possono influenzare profondamente i loro pensieri su di essa.
La sempre maggiore precarietà della condizione occupazionale, inoltre, favorisce un incremento nella sfiducia per le istituzioni sociali e politiche, percepite come distanti e scarsamente interessate alle problematiche legate alla condizione giovanile.
I giovani, amanti dei blog e della Chat, cercano spazi di discussione dove sentirsi protagonisti e parte di una tribù politica. Per internet la sfida è quella di creare un'agorà di discussione virtuale, dove scambiarsi opinioni, parlare di tematiche particolarmente importanti per l'universo giovanile.
“I Millennials – sostiene Alessandro Rosina, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano- sono la forza principale di sostegno a processi di cambiamento credibili, convincenti e coinvolgenti che creano nuove opportunità. Ma quando manca la fiducia, quando prevalgono il disagio sulla condizione presente e l'incertezza sul futuro, i giovani tendono a chiudersi in difesa e a manifestare la loro insofferenza con astensione al voto o verso i movimenti che esprimono rabbia e posizioni antisistema".
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