Oltre le barriere: la storia di Vio e Naef
- Raffaella Piccirillo, Valentina Di Palma
- 21 feb 2019
- Tempo di lettura: 1 min

Alcune persone nascono con disabilità motorie ma questo handicap non ostacola la loro vita quotidiana e neanche la loro carriera sportiva. A dimostrarci che la condizione fisica non è un limite è la campionessa di scherma Bebe Vio, che è stata colpita di meningite da meningococco di gruppo C. La meningite ha lasciato su Bebe numerose cicatrici distribuite sul volto. Per salvarle la vita, i dottori sono stati costretti ad amputarle entrambe le gambe e gli avambracci. A causa di questa operazione, ha abbandonato la sua passione per diverso tempo. Dopo alcuni mesi, grazie alle protesi e soprattutto grazia alla sua forza di volontà, l'atleta è tornata in pedana. Negli anni successivi, Vio è stata costretta a fare i conti con la sedia a rotelle, nell'attesa di protesi più dinamiche. Ha lottato contro la malattia, ha trasformato il proprio handicap nella "molla" del successo: ha ottenuto molte vittorie ed è campionessa paralimpica mondiale ed europea di fioretto individuale. Ilaria Naef, come Bebe, nonostante la sua patologia che non le permette di usare la parte inferiore del corpo, è riuscita a rendere lo sport fondamentale per la sua vita. Ilaria è prima atleta di WCMX, cioè Wheelchair Motocrossed è stata medaglia di bronzo ai Mondiali di Dallas 2017.
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