top of page

TERREMOTO DEL 1980

La scossa, la voglia di reagire

Chi c'era, quel 23 Novembre del 1980, ricorderà per sempre cosa accadde alle 19:34 : un'onda sismica del settimo-ottavo grado della scala Mercalli, equivalente ad una magnitudo fra 6,5 e 6,8 della scala Richter, scosse l'Appennino Meridionale, tra la Campania e Lucania, con epicentro l'area di confine tra le provincie di Avellino, Salerno e Potenza. Dalle visceri di una terra, da sempre "ballerina", si sprigionò un'onda di una violenza catastrofica, pari allo scoppio di un milione di tonnellate di tritolo (esplosivo). Un interminabile minuto e mezzo che bastò a radere al suolo interi paesi provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300000 senza tetto, 150000 abitazioni distrutte e interi paesi isolati per giorni. Dei 119 comuni Irpini, furono 99 quelli che riportarono danni alle strutture. Il sisma fu avvertito pesantemente anche a Salerno, città dove la gente si riversò in strada per passare la notte. Molti centri della provincia, specie quelli a Sud sono stati distrutti. Il giorno che seguì fu ancora più triste, le speranze di estrarre i sepolti vivi dalle macerie si affievolirono con il passare delle ore. Affluirono migliaia di volontari da tutt'Italia, si continuò a scavare nel mentre si accudivano i sopravvissuti e si seppellivano i morti. Mancavano persino le bare e anche i cimiteri si rivelarono piccoli. Alla fine in provincia di Salerno il bilancio ufficiale delle vittime fu di 674 morti e 2468 feriti. In alcune zone i soccorsi arrivarono solo dopo 5 lunghissimi giorni, quando ormai era troppo tardi. La ricostruzione poi, tra costi quadruplicati e appalti truccati dalla camorra, è stata una catastrofe nella catastrofe. Ma la gente ha reagito, ha stretto i denti e ha ricostruito.

Articoli in evidenza
Articoli recenti
Archivio
Cerca per tag
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page