Rami, l'eroe dell'attentato al bus
- Pasquale Gargano
- 27 mar 2019
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Rami, ha 13 anni, è nato a Milano da una famiglia di immigrati egiziani, frequenta la scuola italiana, tifa Juventus, ama il suo paese e sogna un giorno di diventare carabiniere. La mattina del 20 marzo, Rami si trova con i suoi compagni su un bus diretto verso la scuola, purtroppo però l’autista, di origine senegalese, decide di dirottare ed incendiare il veicolo, per mostrare la sua ribellione alle continue morti dei suoi compaesani nel mediterraneo. Rami, con il suo cellulare, allerta prontamente le autorità, diventando l’eroe di questa vicenda. A questo punto si presenta a Rami una grande quanto inaspettata occasione, quella di diventare un cittadino italiano per meriti sul campo, a rendere tutto ciò possibile sarebbero i due vicepremier, gli stessi che definirono lo ius soli, (in latino «diritto del suolo») espressione giuridica che indica l'acquisizione della cittadinanza di un dato paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori, un pericolo per la sostituzione etnica.
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