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Caso Bergamini: trent'anni dopo è la scienza che svela i misteri

A quasi trent’anni dalla morte di Denis Bergamini viene riaperto il processo grazie a nuove testimonianze e indagini sul caso



Donato Bergamini, per tutti “Denis”, è stato un calciatore calabrese degli anni '80, conosciuto e amato dai tifosi per la sua determinazione in campo. Nel pieno della sua carriera, a soli 27 anni, è morto schiacciato da un camion nelle vicinanze di Roseto Capo Spulico il 18 novembre del 1989. Da ormai 28 anni dalla tragedia la famiglia di Denis e i suoi compagni di squadra si battono per far luce su questo caso tra situazioni ambigue ed elementi che non tornano.

Il giorno del decesso Denis era con i suoi colleghi al cinema, come di consueto prima di ogni partita, avrebbe dovuto giocare contro il Messina il 19 novembre. Non appena il film iniziò, però, il giovane calciatore abbandonò la sala e andò incontro a due uomini che parevano aspettarlo all’uscita: quella fu l’ultima volta che Sergio Galazzi e Michele Padovano, compagni di squadra di Denis, videro in vita il calciatore. Infatti tre ore dopo Bergamini verrà ritrovato senza vita su un’autostrada in provincia di Cosenza. Omicidio? Suicidio? Nessuno poteva dirlo tranne Isabella Internò, l’ex fidanzata di Denis, con la quale, stando alla deposizione della ragazza, si era incontrato il 18 novembre. L'uomo avrebbe voluto scappare con lei alle Hawaii stanco della sua frenetica vita, ma alla richiesta della giovane di riflettere meglio su quella scelta così drastica, Denis sarebbe sceso dall’auto e, dopo aver rivolto un ultimo sguardo ad Isabella, si sarebbe buttato sotto un camion in corsa che lo avrrebbe trascinato per ben 50 metri.

Questa è stata la versione della ragazza, ma la famiglia del calciatore non ha mai creduto al suicidio del giovane, molti, troppi i fatti che non tornavano: com’era possibile che l’orologio che portava al polso Denis fosse perfettamente intatto e funzionante? Isabella nella deposizione aveva, infatti, affermato che il ragazzo era stato trascinato per ben 50 metri, quindi era impossibile che l’oggetto fosse ancora utilizzabile dopo aver subito un violento trascinamento. Stessa cosa per il volto del calciatore, ritrovato privo di gravi lesioni o meglio privo di ferite che si ricollegassero alla versione di Isabella. Nonostante ciò, però, il processo si concluse con una sentenza che affermò si trattasse di suicidio e non di omicidio.

Gli anni passano e la famiglia di Denis cerca ancora giustizia per il giovane quando, a distanza di 25 anni, Donata Bergamini riceve una telefonata da parte di un uomo che le si presentò come il camionista del furgone che si trovava proprio dietro quello che aveva investito il ragazzo. Egli affermò che il veicolo che lo precedeva improvvisamente aveva frenato e così, l’anonimo, sceso dal camion per controllare la situazione, era inciampato con grande spavento nelle gambe di Denis, ormai morto. L’autista, preso anch’egli dal terrore, si era giustificato dicendo che il cadavere era già lì e ciò parve vero all’uomo in quanto il camion non presentava ammaccature. Nonostante questa testimonianza, però, l’uomo aveva deciso di mantenere il suo anonimato per evitare di creare problemi alla sua famiglia. Un altro evento che ha ribaltato il caso Bergamini è stata la riesumazione del corpo di Denis voluta dall’avvocato della famiglia del ragazzo; infatti se il corpo avesse riportato ferite che potevano esser subite soltanto in vita, egli avrebbe provveduto a riaprire il processo, altrimenti il caso sarebbe stato archiviato. I parenti del giovane hanno dato il loro consenso e i medici, l’avvocato e la stessa Donata Bergamini, sorella del calciatore, si sono resi conto che quel corpo parlava chiaro: si trattava di omicidio. E’ stato possibile constatare ciò grazie alla pratica scientifica della Glicoforina, che permette proprio di capire se le lesioni sono state riportate in vita o meno e quelle di Bergamini erano la conseguenza di uno strangolamento.

Perché Denis Bergamini, calciatore amato e stimato da tutti, è stato ucciso? Sospetti ricadono sulla sua ex fidanzata Isabella Internò e sulla sua famiglia, specificamente su due cugini della ragazza. Infatti bisogna sapere che la giovane era rimasta incinta del calciatore, ma non poteva tenere il bambino se non dopo aver sposato il ragazzo, che non aveva alcuna intenzione di farlo. Così, all’insaputa della famiglia Internò, i due si derano diretti a Londra nel 1987 per attuare la pratica dell’aborto. I due cugini di Isabella, però, lo avrebbero scoperto a causa di un biglietto da visita della clinica. Nella Calabria di quei tempi un atto del genere macchiava l’onore dell’intera famiglia per sempre, questo il probabile movente dell'omicidio.

La famiglia Bergamini è sempre più vicina al momento che renderà giustizia a Denis.


 
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del Liceo Statale "F. De Sanctis" di Salerno

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