Dalla parte del giusto
- Rosaria Capuano
- 15 ott 2018
- Tempo di lettura: 3 min
Ilaria Cucchi, esempio femminile, mamma e lavoratrice, una vita in nome del giusto per il fratello Stefano: Giustizia per i più deboli.
Nove anni fa, il 22 ottobre del 2009, il geometra romano Stefano Cucchi in custodia cautelare è morto nell'ospedale Sandro Pertini. All'uomo, arrestato il 15 ottobre perché scoperto a vendere hashish e portato immediatamente in caserma, vennero poi confiscate dodici confezioni di varia grandezza di quest'ultima, tre confezioni impacchettate di cocaina, una pasticca di sostanza inerte ed una pasticca di un medicinale, in quanto epilettico. Stefano durante il primo processo era giunto già al peso di 43 chilogrammi per un 1.62 cm di altezza, chiaramente sottopeso, fino a pesare soli 37 chili al momento della morte.
Tra verità nascoste e testimonianze opache la vera protagonista di questa storia è stata, però, e lo è ancora la sorella di Stefano, Ilaria. Con continue lotte per scoprire la reale causa del decesso del fratello, Ilaria si è battuta in nome di Stefano diventando la sua voce in tribunale durante le udienze. Guidata da un coraggio di ferro ed un forte legame che le ha consentito di proseguire la sua strada, la donna non si è mai arresa diventando un idolo per molti ed un nemico per altri. Processo dopo processo, ella ha, infatti, dimostrato di non avere timore per la legge o per le sopraffazioni dei più forti, cacciando invece gli artigli e facendosi valere come un vero leone nella savana. Con la sua costanza è riuscita perfino a controbattere politici come Matteo Salvini arrivando ad avere un incontro con il ministro Trenta e una confessione da parte di uno dei carabinieri imputati del pestaggio. Ilaria con le sue azioni ha dimostrato all'opinione pubblica stessa che non è importante chi si ha di fronte perché la verità verrà pur sempre a galla. Ponendosi come donna forte ed indipendente ha, infatti, abbattuto lo stereotipo che le persone semplici debbano sottostare a chi si trova più in alto socialmente. Tale atto è ugualmente collegabile al famoso Renzo del Manzoni.
Renzo, così come Ilaria, non si ferma davanti al "no" di don Abbondio, riuscendo con tono insistente e caparbio a giungere a quella che è la vera motivazione del rifiuto. Il personaggio, senza scoraggiarsi, con furbizia arriva alla causa del mancato matrimonio nonostante le bugie e le scuse che il curato inventa per evitare di complicarsi la vita. Renzo mostra, infatti, un grande senso di giustizia, che è da riscontrarsi, seppur in contesti e modi differenti, anche in personaggi come quello di Robin Hood, che, non accettando la disparità al livello sociale, ruba dunque ai ricchi per dare ai poveri nonostante questo sia da considerarsi un'azione sbagliata. Tra i numerosi protagonisti della storia che si sono battuti contro le prepotenze troviamo personalità come quelle di Nelson Mandela o Martin Luther King che con le loro parole ci hanno insegnato che non importa da dove tu provenga o quale sia il tuo colore di pelle, siamo tutti esseri umani e quindi uguali. Madre Teresa di Calcutta ci fa capire invece che a volte quelli che vengono considerati "gli inferiori" sono più ricchi di molti, perché con il proprio animo sono capaci di donare sentimenti che altre persone non potranno mai avere.
Giornalmente abbiamo, però, anche a che fare con individui che con le proprie parole offendono e sottovalutano qualcuno dando vita a un altro genere di prepotenza. Essi attuano una "prepotenza psicologica" che li porta ad autovalutarsi migliori ed a screditare coloro che con duri sacrifici cercano di realizzare un sogno. Sono queste prepotenze che vengono subite quotidianamente in ambito lavorativo o scolastico. Coloro che si ritengono migliori non fanno altro che calpestare i più deboli e costruire il proprio futuro sulle fondamenta che qualcun altro stava cercando di realizzare in precedenza.
E' sempre stato così: come nella giungla il più forte si impone sul più debole, il leone mangia la gazzella. Eppure ci sono alcune gazzelle che cercano di rimanere ancora in piedi nonostante le ferite, perché non è affatto vero che bisogna sottostare a chi si crede migliore. Bisogna diventare degli eroi, non come quelli dei fumetti ma come quelli della vita reale che si scontrano per ottenere uguaglianza. Lasciate da parte i prepotenti, aprite le ali e spiccate il volo, perché i veri supereroi sono quelli come Ilaria che cercano la verità e non si fermano alle falsità nascoste dietro i sorrisi.
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