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Chi era veramente Giancarlo Siani?

Giancarlo Siani…lo ricordiamo sicuramente come un esempio da seguire e come un uomo che ha guardato la morte negli occhi e non ne ha avuto paura. Ma chi era veramente? Come ha costruito la strada del suo lavoro?


(Foto a cura di SorrentoPress)

Giancarlo apparteneva ad una famiglia della media borghesia partenopea del quartiere Vomero. Fin da subito mise in risalto la sua indole ribelle, forte e curiosa partecipando ai movimenti studenteschi del 1977 da studente liceale. Conseguì la Maturità Classica nel 1978 con il massimo dei voti (60/sessantesimi), ma entrò nel mondo della carta stampata solo quando iscritto all'università iniziò a collaborare con alcuni periodici napoletani mostrando particolare interesse per le problematiche dell'emarginazione. In quel periodo fondò assieme ad altri giovani giornalisti il Movimento Democratico per il Diritto all'Informazione (M.D.D.I.) di cui fu portavoce nei diversi convegni nazionali sulla libertà di stampa.

A Torre Annunziata si occupò principalmente di cronaca nera e quindi di camorra, studiando e analizzando i rapporti e le gerarchie delle famiglie camorristiche che controllavano il comune e i suoi dintorni fino a scoprire come i boss facevano “affari”. Pur lavorando come corrispondente da giornalista frequentava stabilmente la redazione del comune stabiese, infatti il suo più grande sogno era strappare il contratto da praticante giornalista professionista per poi poter sostenere l'esame e diventare giornalista professionista. Purtroppo ciò non accadde, infatti Giancarlo, dopo l’uscita nel 10 Giugno 1985 di uno degli articoli più articolati che avesse mai scritto, fu considerato dalla camorra come uno “scomodo giornalista” di cui sbarazzarsi. Nella sera del 23 settembre 1985, appena giunto sotto casa sua con la propria Citroën Méhari con capote in tela, Giancarlo Siani venne ucciso. L’omicidio fu compiuto da almeno due assassini mentre era seduto nell'auto. Fu colpito dieci volte in testa con due pistole Beretta 7.65mm: l'agguato avvenne alle 20.50 circa in via Vincenzo Romaniello, a pochi passi da piazza Leonardo, nel quartiere napoletano dell'Arenella. Per catturare i suoi assassini e scoprire le cause della sua eliminazione ci son voluti ben dodici anni e tre pentiti. Giancarlo Siani non sarà ricordato solo per le sue attività giornalistiche, ma soprattutto per il suo carattere che lo ha portato ad andare avanti nonostante la paura, realizzando così uno dei suoi tanti sogni: essere un esempio per tutti coloro che vivono con il desiderio di raggiungere i propri obiettivi.

(Foto a cura di Ildenaro.it )




















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