Un giornalista "giornalista"
Un giornalista ucciso dalla camorra, la sua colpa era informare
Giancarlo Siani, nato a Napoli nel 1959, è stato un giornalista napoletano ucciso dalla camorra. Conseguì la maturità classica nel 1978 con il massimo dei voti per poi collaborare con alcuni periodici napoletani. Era molto interessato alle problematiche relative all’emigrazione e alla criminalità. Successivamente fondò il M.D.D.I., Movimento Democratico per il Diritto all'Informazione, di cui fu anche il portavoce in diversi convegni nazionali sulla libertà di stampa. Collaborò anche con il periodico: l’Osservatorio sulla Camorra.
Si occupò di cronaca nera, perciò anche della camorra. Analizzò i rapporti tra le famiglie che controllavano il territorio di Napoli scrivendo su come i boss facevano affari. Accusò in un articolo gli esponenti della "Nuova Famiglia" di voler spodestare e vendere alla polizia il boss Valentino Gionta, divenuto pericoloso. Da lì venne ritenuto necessario sbarazzarsi di lui. Il 23 settembre 1985 venne assassinato sotto casa sua, alle 20:50, da almeno due persone che lo colpirono alla testa. Il 15 aprile del 1997 la corte d'assise di Napoli condannò all'ergastolo i mandanti dell'omicidio e i suoi esecutori materiali.
Diverse scuole in Italia sono a lui intitolate, come il secondo circolo didattico di Torre Annunziata, città in cui operava.
Il 19 settembre 2016, è stata inaugurata una street art dedicata a Giancarlo Siani. Il murales è stato realizzato dagli artisti italiani Orticanoodles, che hanno usato come colori dominanti: il grigio seppia e il verde.
La criminalità, la corruzione non si combattono solo con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Quello che un giornalista “giornalista” dovrebbe fare è questo: informare.