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Squalo e uomo: chi è il vero predatore?

Quanti di noi hanno paura degli squali? Di certo il famoso film di Spielberg non ha contribuito a far diminuire il fenomeno e forse neanche sono stati utili i recenti avvistamenti di esemplari all’interno del bacino del Mediterraneo molto apprezzati dai biologi. All’interno del Mare Nostrum, infatti, è possibile ritrovare diverse


specie di squalo, sia di passaggio che residenti, purtroppo gravemente a rischio a causa delle attività di pesca in cui finisce coinvolto il loro nutrimento e in alcune occasioni, tutt’altro che rare, lo squalo stesso visto spesso come malvagio predatore pronto ad attaccare l’uomo. Nella maggior parte degli avvistamenti, però, sono protagoniste solo innocue specie di squalo, in alcuni casi mai coinvolte in attacchi all’uomo, anzi soggette a rischio estinzione a causa di quest’ultimo, come ad esempio il piccolo squalo Mako, sicuramente noto a tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno giocato ad “Hungry Shark”. Purtroppo ad essere in pericolo non è solo il Mako, ma anche lo squalo martello, celebre per la simpatica forma del muso, i cui esemplari e i conseguenti avvistamenti sono calati del 99% rispetto all’inizio del XX secolo. Ed ora arriviamo al re del mare: il temibile squalo bianco, che, al contrario di molte dicerie, è presente all’interno del nostro bacino, anche se per i pochi membri di questa razza è davvero raro, se non quasi impossibile, spingersi fino alle coste per cacciare. Lo squalo bianco è di sicuro lo squalo più temuto e non irrazionalmente; infatti questi bestioni, lunghi fino ai sei metri e con un odorato finissimo, possono raggiungere la velocità di 56 km/h. Nonostante questo, però, gli attacchi all’uomo sono qualcosa di più unico che raro, infatti dall’inizio del ‘700 in Italia ci sono stati solo 26 attacchi, di cui 10 mortali. Dal canto nostro, ogni anno l’uomo uccide, intenzionalmente o per errore, dai 70 ai 100 milioni di esemplari. Chi è il vero mostro predatore? Forse non quell’innocuo squaletto che si è ritrovato morto a riva dopo aver accidentalmente ingerito un amo da pesca.


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