Un genitore senza figli: orfano al contrario
- Ludovica Mellini
- 30 giu 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Un genitore può non avere figli? Questo è dovuto all'assenza di comunicazione.

“Ci sono figli di colleghi di mia mamma più bravi di me in qualsiasi cosa, più educati, meglio pettinati, meglio vestiti, più svegli, affettuosi. Ci sono figli di colleghi di mia mamma che, forse, sono anche più figli di mia mamma rispetto a me.” Tutti gli adulti parlano dei giovani, di come abbiano vissuto quell’età anche loro e di come siano sempre pronti a capirli, tutti gli adulti, però, affermano che ormai i giovani non sono come quelli di una volta (cioè loro), sono stati resi pigri ed indolenti dall’avvento dell’era digitale, restii a studiare, troppo precoci o troppo immaturi. Quegli stessi adulti che fanno di tutto per essere al passo con i tempi, che passano ore su facebook e instagram, sono i nostri genitori, eternamente volti a guardare coloro che considerano migliori di noi. Proprio per questo il protagonista del libro dice “i miei genitori non hanno figli". Lui stesso è vittima dei suoi genitori, delle pressioni e delle ansie che aumentano con le loro aspettative, genitori che, quasi, sembrano non avere figli, persi a cercare qualcosa di troppo lontano e dimentichi di ciò che loro rappresentano per i giovani: un modello, un punto di riferimento.
Ma è davvero sempre colpa degli ultimi nati? La maggior parte delle volte, infatti, le incomprensioni non sono unilaterali, ma condivise da entrambe le parti in una società dove la possibilità di comunicare troppo facilmente ha generato una comunicazione complicata, se non addirittura assente. Il problema principale quindi, è un’assenza di dialogo, fatto non solo di parole, ma di esperienze ed emozioni, proprio come capita al protagonista del romanzo e a suo padre, troppo preso dal proprio mondo per accorgersi del figlio che gli sfugge. Dopotutto, se ai genitori è non concesso scegliere i figli, neanche i figli possono scegliere i genitori, bisogna, quindi, per non sparire adattarsi ognuno alla forma dell’altro per quanto sbagliata possa essere.
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