Alla ricerca della libertà
Il bullismo è uno delle cause maggiori dei suicidi, ma perchè restare a guardare senza mai reagire?
Molto spesso le persone tendono a differenziare il bullismo in due categorie: cyber-bullismo e bullismo.
Il cyber-bullismo è messo in atto sui social, le vittime sono coloro che vengono chiamate deboli e i bulli non sono altro che 'i leoni da tastiera': dietro lo schermo e con la protezione dell'anonimato riescono a dirne tante e ad inventarsene ancora di più, mentre quando si tratta di farsi valere dal vivo sono i primi a scappare. Il cyber-bullismo è tipico dei bulli codardi. A volte può anche nascere tutto per uno scherzo e poi alla fine finisce tutto con un funerale ed una persona in meno.
Abbiamo visto in classe un film: Cyber Bulli, che metteva in scena la storia di una ragazza che si stava per suicidare, la colpa era di una sua 'amica' ed un gruppetto di persone che mettevano in giro voci e video falsi sui di lei. "E non so perchè tutti quanti non fate che odiarmi, anzi forse lo so, perchè ora mi odio anch'io": queste sono le parole della giovane protagonista una volta arrivata al limite. Alla fine del film si ribella, come è giusto che sia, perchè restare a guardare non serve assolutamente a nulla. Come abbiamo detto nell'incontro che c'è stato a scuola, bisogna parlare con qualcuno, chunque esso sia, perchè parlare è liberarsi. Dire che si è una vittima di bullismo è il primo passo per sconfiggerlo. Se non parli, non troverai nessuno disposto ad aiutarti anche se 'chi vuole ascoltare ti capisce anche se non parli'.
Atti di 'bullismo' avvengono spesso a scuola, a volte anche tra persone sconosciute, e la vittima può riportare dei lividi o comunque delle ferite provocate dal bullo. Anche in questo caso, però, quest'ultimo si dimostra codardo dato che ha bisogno di un gruppo per 'attaccare' perchè da solo non ne avrebbe mai il coraggio. La cosa peggiore di questo tipo di bullismo è che ci sono molte persone che guardano ma restano in silenzio, come per esempio altri compagni di classe o a volte anche gli stessi professori. La maggior parte delle vittime resta in silenzio e soffre senza dirlo, così facendo però si arrende e non combatte per essere felice. Anche in questo caso un gruppo di sostegno può aiutare le vittime a capire la piccolezza dei bulli, perchè spiegare la propria situazione significa solo farsi valere. Molto spesso, però, si dimentica che anche i bulli, per quanto possano aver fatto delle scelte sbagliate, hanno i loro motivi di fare ciò che fanno. Per questo mi ha colpito molto il video di una ragazza che ha interpretato con un monologo la storia di Giancarlo Catino; dicendo alla fine testuali parole 'Ho guardato dritto negli occhi il più carogna dei miei compagni di classe, l'ho guardato, e poi l'ho abbracciato; così l'ho sconfitto'.
VIDEO: