Buone notizie, queste sconosciute!
Come fare notizia con qualcosa di buono in una società che di buono ha ben poco?
È necessario ormai che l’umanità si arrenda ad una certezza schiacciante: in questo mondo non esistono le buone notizie. Oppure, se esistono, sono talmente invisibili che nessuno è in grado di percepirle. O ancora, sono talmente rare che nessuno se le ricorda. Sempre con più frequenza, ci tartassano bombe di cattive notizie: stragi, attentati terroristici, casi di bambini scomparsi, atteggiamenti discriminatori nei confronti degli omosessuali, donne uccise dai propri mariti che spesso si sono poi suicidati, migranti che muoiono in mare o restano senzatetto senza che i politici li aiutino, addii a personaggi famosi, dibattiti politici che potrebbero portare il mondo sull'orlo di una Terza Guerra Mondiale o di una guerra nucleare… Nemmeno i risultati degli eventi sportivi o le anteprime di nuovi film di alcune delle più grandi case cinematografiche o dell’animazione sembrano rientrare nella categoria di “buone notizie” (più che altro sono catalogate nelle “notizie neutre”, senza un peso, limitate al mondo dell’intrattenimento). Forse è perché la gente si interessa solo a macabre vicende che dipingono di rosso le strade delle nostre città e prova sadico piacere a sentire notizie dell'arrivo di nuovi cadaveri, forse è una tattica dei politici per rinchiuderci in una gabbia senza speranza e così controllarci meglio (come un bue cieco che traina il carro senza sapere dove andare, guidato solo dagli ordini e dalle bastonate del suo padrone), forse è solo l’uomo che è incapace di mantenere la pace nelle proprie comunità, ma sembra che non esistano notizie buone abbastanza grandi da coprire l’interesse mondiale e, magari, restare impresse nelle menti degli uomini un tempo necessario perché nessuno dimentichi. Gli esseri umani hanno memoria corta e una gioia apparentemente irraggiungibile non riesce a sconvolgere la precaria serenità della nostra disastrosa società.
