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Hobbit pius: anche le persone piccole possono essere esemplari

“C’è del buono in questo mondo, padron Frodo, è giusto combattere per questo.”

Questa la frase pronunciata dal personaggio Samwise Gamgee, per gli amici Sam, creato dalla magica penna di J.R.R. Tolkien. Ma cosa significa? È solo una frase da mettere su Tumblr? Anche, infatti è una frase che non solo fa un certo effetto, ma contribuisce alla caratterizzazione di questo personaggio, spesso identificato come reale protagonista de “Il signore degli anelli”, nonché famoso per la sua gentilezza e molto amato dai lettori del libro. Questa frase fa trapelare l’es essenzialmente buono e mite di Sam, sempre disponibile ad aiutare gli altri, pronto a sacrificare tutto per il bene del suo popolo, della sua terra e dei suoi amici.

Forse è proprio per questo che Samwise, umile giardiniere hobbit, può essere visto come un personaggio esemplare, da cui, appunto, si dovrebbe prendere esempio e a cui ci si dovrebbe ispirare come modello. Il buono e ingenuo Sam, infatti, compie un vero e proprio percorso di crescita nel corso delle vicende trasformandosi da ingenuo aiutante a saggio compagno di viaggio, dimostrando che non bisogna essere per forza i protagonisti per essere i migliori nè è necessario avere qualche anello del potere per migliorarsi, ma basta essere come la gente comune.

Cosa vuol dire essere persone comuni? Un esempio di persona comune può essere Enea, il semidio figlio di Venere, che, pur discendendo da una divinità e destinato a fondare una delle città più grandi di tutti i tempi, è ugualmente soggetto agli alti e bassi della vita. L'eroe troiano come un essere "comune" è abituato ad affrontare i suoi problemi, dunque è da esempio per tutti coloro che pensano che per vincere le sfide dell'esistenza si debba davvero essere baciati dalla dea bendata, cosa che, tra una scelta e l’altra, ad Enea non è toccato affatto.

Allora per essere esemplari bisogna essere homines pii come Enea? Non credo che si possa raggiungere la perfezione, ma ad un comportamento esemplare è sicuramente legata l’accettazione dei propri difetti. Ciò può probabilmente confermarlo Saphira, la dragonessa color zaffiro del Ciclo dell’Ereditá, che si accetta per quello che è, anche una volta scoperto il suo vero io, e cerca di essere migliore, pur senza negare i suoi difetti, quali ad esempio vanità e gelosia, tipici di giovani draghette nei confronti dei loro cavalieri. Dunque non è necessario anelare alla perfezione, ma è necessario avere come modello qualcuno che prova a raggiungere i propri obiettivi e accetta se stesso, senza essere egocentrico e senza negare supporto agli altri.



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