Rovine di tragedie: abbiate rispetto dei morti
La gente rispetta i cimiteri, ma solo se posseggono lapidi. Comportamento inammissibile dei turisti alle rovine dell’hotel di Rigopiano.
Poco più di un anno dopo gli eventi disastrosi dell’hotel travolto da una valanga nella località di Rigopiano, in Abruzzo, è avvenuto un fatto increscioso. Durante il ponte festivo pasquale, lunedì 2 aprile 2018 i familiari delle vittime erano andati alle rovine della costruzione per pregare nel luogo della morte dei propri cari. Quello che hanno trovato è stato un gruppo di turisti che trascorreva la pasquetta facendo pic-nic, scattandosi selfie e giocando a calcio. Qualcuno ha anche portato via un pezzo dei resti della Spa come un souvenir. C’erano anche dei bambini, i quali non avevano ricevuto dai genitori il benché minimo indizio sulla tragedia che si era consumata di lì ad un anno e mezzo prima. I familiari hanno protestato dicendo
che quella era una zona sotto sequestro, che lì erano morte quasi 30 persone, ma non hanno ricevuto altro che indifferenza e anche alcune critiche. È, quindi, scattata subito la denuncia e i carabinieri sono accorsi sul posto. Un evento simile era già avvenuto l’anno scorso e c’era il timore che qualcosa del genere sarebbe potuto accadere nuovamente. Il sindaco Ilario Lacchetta ha sottolineato il suo disprezzo per questo “turismo macabro” e ha detto che deve essere chiaro per tutti che la zona è sotto sequestro.
Un altro evento simile a questo è quello dei selfie dei turisti vicino alla Costa Concordia presso l'isola del Giglio dove, nel 2012, la nave era naufragata causando 32 vittime.
Insomma, la gente ha rispetto dei morti solo quando si tratta di posare fiori su una lapide, ma quando il fondale marino o la neve sono mute tombe di vittime innocenti, tutto diventa scontato e banale solo perché manca un pezzo di pietra con sopra scritto nome e cognome di una povera anima.
