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Una guerra che non si ferma mai



Questo mese di febbraio è stato il più violento, il più difficile in 7 anni di guerra. La situazione degenera. Il tasso di mortalità cresce. La guerra continua e l’Europa rimane ferma davanti a questo scempio.

L’attacco americano è cominciato verso le dieci della sera del 7 febbraio ed è durato fino all’alba del giorno dopo. Una pioggia di missili e bombe lanciate da aerei e droni non ha lasciato scampo ai soldati di Bashar Assad assieme ai suoi alleati russi e alle milizie sciite. Erano settimane che gli americani programmavano questo attacco. Il piano era stato architettato a dicembre, quando le truppe pro-Damasco hanno attraversato l’Eufrate. Una chiara violazione delle intese non scritte: nessuno avrebbe dovuto oltrepassare il fiume per invadere il campo degli altri ma si è approfittato del fatto che le forze in campo erano occupate a combattere con quel che resta dei militanti di Isis. La cosa terribile è stato scoprire l'enorme numero di cadaveri: circa 300 morti.

Finalmente dopo tre giorni di trattative, il 24/25 febbraio 2018 l’ONU ha dichiarato una tregua di 30 giorni in tutta la Siria. Nuovi raid aerei del regime siriano si sono registrati sulla Ghuta nonostante la risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Iran e Turchia dicono che non bisogna tener conto dei morti registrati nella Ghuta orientale.

Il Papa ha lanciato un appello perché cessi subito la violenza in Siria con queste parole: "Centinaia, migliaia di vittime civili, bambini, donne, anziani; sono stati colpiti gli ospedali; la gente non può procurarsi da mangiare... Tutto questo è disumano".

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