Train de vie: una possibilità di salvezza
Paese di produzione:Francia, Belgio, Romania, Israele, Paesi Bassi Anno:1998 Durata:103 min Rapporto:2,35:1 Genere:commedia, drammatico Regia:Radu Mihăileanu Sceneggiatura:Elodie Van Beuren, Radu Mihăileanu, Moni Ovadia (per la versione italiana) Produttore:Frédérique Dumas, Marc Baschet, Cédomir Kolar, Ludi Boeken, Eric Dussart Fotografia:Yorgos Arvanitis, Laurent Dailland Montaggio:Monique Rysselink Effetti speciali Petre Constantin Musiche:Goran Bregović Scenografia:Cristi Niculescu Costumi:Viorica Petrovici Trucco:Irène Ottavis Sfondi:Vincent Lebrun Interpreti e personaggi: Lionel Abelanski(Shlomo) Rufus(Mordechai) Clément Harari(rabbino) Michel Muller(Yossi) Agathe de La Fontaine(Esther) Johan Leysen(Schmecht) Bruno Abraham Kremer(Yankele, il contabile) Marie José Nat(Sura) Gad Elmaleh(Manzatou) Serge Kribus(Schtroul, il macchinista) Rodica Sanda Tutuianu(Golda) Zwi Kanar(Lilenfeld) Razvan Vasilescu(colonnello zingaro)
In un villaggio ebraico dell'Europa dell'Est, nel 1941, Shlomo, il pazzo del villaggio, avvisa i suoi compaesani che nei villaggi vicini gli ebrei sono deportati dai militari nazisti. Si riunisce così il consiglio degli anziani che, grazie ad un'idea di Shlomo, decide di organizzare un finto treno di deportazione che in realtà accompagni tutti in Palestina passando per l'Unione Sovietica. Ci si divide i compiti tra le parti dei militari, dei deportati e del macchinista, grazie anche al lavoro di falegnami, sarti e a Schmecht, insegnante ebreo di lingua tedesca accorso per istruire i finti soldati nazisti ed insegnare loro a parlare tedesco senza l'accento yiddish. Lungo la strada i fuggitivi incontreranno non poche difficoltà, facendosi più volte scoprire e fermare dalle forze militari dell'Asse; tuttavia, grazie a eccezionali espedienti, riescono di volta in volta a scamparla sempre. Presto cominciano a sorgere problemi persino all'interno della comunità. Per tutta la durata del viaggio, infatti, sabotatori della resistenza comunista tenteranno di far saltare in aria il treno credendolo un vero treno di deportazione nazista, ma con scarsi risultati. Proprio quando sembrano sul punto di essere scoperti da una truppa tedesca, la compagnia di ebrei si unisce ad una carovana di zingari i quali, travestiti da tedeschi, avevano fermato per un controllo il "treno fantasma".
Lo squinternato treno riesce alla fine a raggiungere il confine sovietico e i suoi passeggeri trovano la tanto sognata "salvezza", finalmente liberi di ritornare nella terra promessa. Alla fine si scoprirà che in realtà era tutto immaginato dal giovane ragazzo, Shlomo: infatti lui e gli abitanti del villaggio sono stati tutti già imprigionati in un campo di concentramento.
Il film tratta in modo ironico la Shoah mostrandoci un piano che avrebbe potuto mettere in "salvo" gli abrei. Secondo il mio parere il film non è affatto noioso ma ci sono innumerevoli scene "divertenti" che non permetteranno mai allo spettatore di togliere gli occhi dallo schermo.