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Solidarietà a due ragazze aggredite: il liceo De Sanctis organizza un sit-in


Martedì 18 Dicembre 2018 alle 11:15 al liceo F. De Sanctis di Salerno si è svolto un sit-in in sostegno alle due studentesse del liceo “Alfano I” di Salerno. Le due ragazze sono state aggredite all'uscita dalla loro scuola da un gruppo di esponenti del partito fascista Forza Nuova .Una delle due ragazze è stata vittima di attacchi sessisti da parte del gruppo e ha cercato, quindi, di difendersi rispondendo alle offese. Questo ha scatenato l'ira del gruppo che si è scagliato contro la ragazza, sferrandole violenti colpi al volto .Queste le parole dell' Uds (Unione Studentesca) :”Le due ragazze erano ben consapevoli di aver ricordato che il fascismo è anticostituzionale e che in nessun luogo c'è posto per chi semina e alimenta odio . I volantini distribuiti dagli aggressori fuori scuola, parlavano della solita propaganda razzista e xenofoba ,che punta il dito contro gli ultimi, contro i più poveri , ma noi siamo consapevoli di come si possa contrapporre su questi temi ed è per questo che rigettiamo con forza l'ondata di razzismo, che vogliono far insinuare anche nei luoghi di formazione .Non abbiamo intenzione di far finta di niente davanti all'ennesimo atto fascista , con questo abbiamo potuto vedere che non hanno scrupoli ad aggredire minori . Grande appoggio ad Anna e Roberta le due ragazze vittime di quest' aggressione “. Al sit-in ha partecipato l'intero istituto e diversi sono stati gli interventi , da parte della dirigente scolastica , da professori e rappresentanti di istituto, che hanno dato vita a numerosi spunti di riflessione . Per l'occasione abbiamo sentito alcuni rappresentanti di istituto che , al termine di questa manifestazione, ci hanno rilasciato una breve intervista: Massimo Barbato, Ilyasse Rhandi, Francesco Baldi e Bruno Nevio Biasini. Questi hanno posto l’accento sulla soddisfazione e sui risultati positivi che il sit-in organizzato ha registrato, nonchè sul coinvolgimento di alunni, docenti e dirigenza scolastica. Queste le parole di Ilyasse Rhandi:” Io credo che questo sit-in è stato fondamentale per l’unità della nostra scuola e per renderci partecipi di quanto accaduto, abbiamo molto apprezzato il fatto che i ragazzi abbiano rispettato il silenzio del sit-in, anche in mancanza del servizio d’ordine”. Alla nostra domanda sul perchè i rappresentanti avessero scelto proprio il sit-in come forma di protesta, è intervenuto il rappresentante Massimo Barbato: ”Come sappiamo, il sit-in è noto come una forma di protesta non violenta, che non ostruisce il corretto svolgersi delle attività istituzionali e scolastiche e soprattutto, come nel nostro caso, non è stato soltanto studentesco, perchè ha coinvolto anche docenti e dirigenza.” L’intervista ha proseguito toccando anche il tema dell’unità che, come avevano anticipato, è stata conferita alla scuola grazie a questa occasione. A tal proposito è intervenuto il rappresentante Francesco Baldi : ”La nostra azione doveva coinvolgere tutta la scuola, non solo i docenti o gli alunni, e abbiamo cercato di prendere le distanze da ogni forma di violenza. E’ grazie a questo che nella nostra scuola è centrale il concetto di “famiglia”. Infine, l’argomento si è spostato sulla differenza tra brutalità e ideologia, sull’argomento è intervenuto il rappresentante di consulta Bruno Nevio Biasini:” Il limite è molto sottile, purtroppo l’ideologia è qualcosa che si è creato con gli anni, quindi non si può destabilizzare un’opinione così forte. Noi tutti abbiamo cercato di mandare un messaggio di non violenza a proposito della brutalità, l’ideologia politica va rispettata anche se non si è d’accordo, però non può degenerare in quello che è successo alle due studentesse in questione. Noi abbiamo voluto mandare un messaggio rispetto a quel fenomeno e non riguardo alla credenza politica.” In conclusione per descrivere alcune delle motivazioni per le quali è stato organizzato il sit-in, i ragazzi hanno usato una citazione: “non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa dirlo”. Il significato è molto semplice, ma incisivo: La propria libertà finisce quando inizia quella di un’altra persona.


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