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EDITORIALE

di José Elia

Il nome della testata, proposto da Ludovica Mellini, illustra e visualizza il percorso storico e mediatico che ci ha portato nel giro di pochi decenni dal fruscìo della carta del giornale, e dall’impiego di entrambe le mani, allo scorrere silenzioso del polpastrello sul display.   

Per le giovani generazioni la suoneria del telefonino è stato il carillon della loro infanzia. Dentro lo smartphone convergono tutti i media che finora agivano separatamente: telefono, radio, televisione, giornale, fotografia. La lettera su carta ha lasciato il posto al post, che viaggia alla velocità della luce e non ha bisogno del postino.  Tutto avviene su di uno schermo minuscolo e tutto è superficiale e passeggero.

Con il giornale di classe la scuola offre uno strumento di analisi della contemporaneità e aiuta i ragazzi a reggere l’impatto con realtà tragiche, sconosciute, scomode o impreviste che la vita mette di fronte a noi, adulti e ragazzi, ogni giorno.

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